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mostra personale di Virginia Dal Magro, Wild Mazzini Data Art Gallery, Torino
a cura di Giorgio Bena
L’opera di Virginia Dal Magro mette in questione attraverso una raffinata lettura estetizzante il nostro rapporto con la conoscenza del mondo e con la sua rappresentazione geografica.
L’artista colloca al centro del proprio lavoro gli esiti formali che possono nascere dall’interazione tra la definizione grafica di un dato tecnico e la sua contaminazione con l’imperfezione (generata digitalmente dal glitch del dato stesso), andando a identificare, attraverso una metodica ricerca, dei vuoti di informazioni nel nostro sistema di descrizione e rappresentazione del mondo, per trasformarli in errori formali grafici che producono nuovi scenari visivi.
Il visitatore è circondato quindi da una massa di informazioni che descrive un’assenza di informazioni: un’iterazione che genera un cortocircuito concettuale, un sistema di rappresentazione che raffigura le falle di un sistema di rappresentazione.
Il lavoro di Virginia Dal Magro porta quindi un contributo concettuale in un linguaggio dominato dalla tecnica, rappresentando materialmente una possibilità di approccio alternativa. Il titolo della mostra fa infatti riferimento, aggiungendo un elemento di dubbio, ad uno dei messaggi di errore che Google Maps dà come risposta quando l’utente si trova di fronte a un luogo non mappato o segnalato, esempio della percezione condivisa nella nostra società che ogni vuoto debba in qualche modo essere riempito, che l’ignoto sia un problema da risolvere. Al contrario l’artista esplora con questi lavori, pur tra loro differenti, le possibilità significanti dell’assenza di dati. Virginia Dal Magro ci invita a considerare l’errore, l’ignoto e l’imperfezione come un’opportunità piuttosto che come un problema.